Sintomi a Lungo Termine

Ipertensione Arteriosa

Durante l’apnea ostruttiva, gli sforzi respiratori per contrastare il collasso faringeo generano un’alta pressione negativa all’interno della cavità toracica. Il ventricolo sinistro, a causa di questa pressione, non riesce più a pompare adeguatamente il sangue nell’aorta, provocando una congestione venosa a monte del ventricolo destro.

Questo significa che il volume di sangue che viene pompato da ogni ventricolo con ogni battito cardiaco (gittata sistolica), è ridotto per l’intera durata dell’apnea del sonno.

Quando l’apnea termina, la pressione intratoracica si normalizza e la gittata cardiaca si intensifica; bisogna considerare che contemporaneamente l’ossigeno nel sangue è diminuito (ipossia) mentre è aumentata l’anidride carbonica (ipercapnia), in concomitanza alla vasocostrizione dovuta all’incremento dell’attività del sistema simpatico (che fra le innumerevoli funzioni aumenta anche le contrazioni cardiache).

Tutto il processo descritto genera un picco ipertensivo, che si manifesta più volte e ciclicamente durante l’apnea notturna. È scientificamente dimostrato che la pressione sanguigna di soggetti con OSAS grave può arrivare fino a 240/120 mmHg.

Alterazione del Ritmo Cardiaco

L’incremento costante del tono del sistema simpatico che contraddistingue l’OSAS può determinare un rimodellamento elettrico atipico degli atri (le due cavità superiori del cuore), causa potenziale di fibrillazione atriale. La Sindrome delle Apnee del Sonno è associata sia a tachicardie che a bradicardie, queste ultime in presenza di apnee del sonno molto prolungate.

Disfunzioni Cardiache

L’11% dei soggetti colpiti da OSAS, indipendentemente da altri fattori di rischio, presentano disfunzioni cardiache, dovute alle alterazioni dei processi cardiaci tipici delle apnee ostruttive nel sonno.

Infarto Cardiaco

Un uomo che soffre di apnee notturne ha un infarto e viene rianimato

La tempestività è fondamentale in caso di infarto

L’attacco cardiaco può essere una conseguenza dell’arteriosclerosi causata dall’OSAS. L’ipossia causata dall’apnea notturna attiva il sistema immunitario attraverso i neutrofili, che rilasciano un eccesso di radicali liberi provocando stress ossidativo. Lo stress ossidativo ripetuto nel tempo genera una sovrapproduzione di radicali liberi che, se non riesce più ad essere fronteggiata dall’organismo, genera un danno a livello endoteliale, la prima causa di malattia aterosclerotica.

Ictus Cerebrale

Anche l’ictus può essere dovuto all’aterosclerosi causata dalla Sindrome delle Apnee Notturne. Altri fattori che possono spiegare l’aumentato rischio di ictus nelle persone che soffrono di OSAS includono l’oscillazione dei valori pressori, le alterazioni nel flusso ematico cerebrale, disfunzioni endoteliali ed uno stato che favorisce le infiammazioni e l’ipercoagulabilità del sangue, legato all’ipossia tipica delle apnee del sonno.

Sindrome Metabolica

L’OSAS è riconosciuta come causa di sindrome metabolica. Intendiamo con sindrome metabolica o sindrome da insulino-resistenza una condizione caratterizzata dalla presenza contemporanea di due o più alterazioni metaboliche, quali eccesso di glucosio, colesterolo o trigliceridi nel sangue (iperglicemia, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia), nonché ipertensione arteriosa e obesità. Si presume che l’intolleranza al glucosio e la resistenza al trattamento con insulina siano conseguenze dell’ipossia. L’associazione tra Sindrome delle Apnee del Sonno e Sindrome Metabolica è presente in numerosi pazienti colpiti da OSAS e sembra essere indipendente dall’obesità.

Depressione

Ragazzo che soffre di OSAS e depressione

La depressione può essere sintomo di OSAS

Il 20% dei pazienti che soffrono di sindromi depressive presenta anche OSAS, e viceversa. La Sindrome delle Apnee Notturne potrebbe essere associata non solo alle sindromi depressive, ma anche alla refrattarietà, cioè alla mancata risposta ai trattamenti farmacologici. D’altro canto, un’apnea notturna non diagnosticata potrebbe essere esacerbata dalla terapia con benzodiazepine, che hanno un effetto rilassante sui muscoli delle vie aeree superiori.